Sunday, May 28, 2006

Scongiuro della Lucania centrale


Io t’ scongiur’
n’du nom’ du Padr’, du Figl’ e du Spir’t’ Sant’
n’du nom’ du Padr’, du Figl’ e du Spir’t’ Sant’.
n’du nom’ du Padr’, du Figl’ e du Spir’t’ Sant’..

Non son’ io ch’ t’ scongiur'
ma n’du nom’ du Padr’, du Figl’ e du Spir’t’ Sant’.

Tu si stat’ n’du birn’ e vincitor’ si stat’.
Quann’ sint’ u nom’ mio tre vot’, com’ t’acch’, t’ai f’rmà.

Palm’ b’n’dett iurn’ d’ fes't
fa’ sparisc’ trun’ e t’mpest'

Vattìnn’ n’da nu vosch’ scur’,
nun fa’ dann’ a campagn’
e nè a criatur’.

N’du nom’ du Padr', du Figl’
e du Spir’t’ Sant’.

Ernesto De Martino

Spedizioni etnologiche in Lucania


Ernesto De Martino arrivò in terra di Lucania negli anni '50 insieme alla sua èquipe, di cui facevano parte anche il fotografo Franco Pinna ed il regista Luigi Di Gianni.

Le spedizioni etnografiche demartiniane toccarono le comunità di Stigliano, Albano, Grassano, Irsina, Viggiano e Savoia. In questi luoghi l'etnologo napoletano avviò un'analisi approfondita delle condizioni di vita, sia psicologiche che materiali, dei contadini del Sud.

Numerosi gli scritti, tra i quali ricordiamo il saggio "Sud e magia" dove si analizza il significato religioso e psicologico delle pratiche magiche cui facevano ricorso i contadini lucani. Uno dei riti magici più frequenti era quello della fascinazione: condizione fisica di spossatezza e stanchezza, accompagnata da mal di testa. Un vero e proprio fenomeno caratterizzato dalla presenza del cosiddetto "agente fascinatore" e della vittima; il suo rituale prevedeva l'istituzione di "operatori magici" (fattucchiere), che consigliavano di trattare la fascinatura con un particolare cerimoniale, che variava da paese a paese. A Grottole, ad esempio, si procedeva, una volta accertato il malocchio, a gettare l'acqua usata per constatare lo stato di malessere per strada davanti ad un passante in modo che quest'ultimo prendesse su di sé la fasciatura e liberasse la vittima. A Colobraro, invece, la fattucchiera operava sulla fronte della paziente dei segni a forma di croce, pronunciando una formula adatta. Durante la recitazione dello scongiuro, lo sbadiglio assumeva poi un significato rivelatore preciso e, a seconda del momento in cui questo si presentava, si era in grado di stabilire se il fascino era opera di donna o di uomo.

Secondo l'analisi demartiniana l'uso delle pratiche magiche era motivato dal bisogno di protezione nei momenti di precarietà materiale (povertà) e psicologica (follia, depressione, etc.). Il rituale magico acquistava particolare rilievo, in quanto proteggeva la presenza individuale dal rischio di "perdersi". De Martino constatò che fra le contadine vi erano numerosi fenomeni di sonnambulismo, nonché di dissociazione della personalità e di allucinazioni, riconducibili - secondo lo studioso - agli impulsi repressi durante lo stato di "veglia", che trovavano espressione nei momenti di "assenza" individuale. In questi fenomeni l'identità della persona si perde o comunque diventa molto labile, poiché l'individuo si smarrisce come centro di decisione e di scelta. In tali condizioni di labilità della presenza, di disgregazione della personalità si innesta la funzione protettiva delle pratiche magiche. Nella magia, poi, si istituzionalizza la figura degli operatori magici specializzati che hanno il compito di riassorbire il negativo e di reintegrare l'identità che sta per perdersi. Le esplorazioni etnografiche evidenziarono la sopravvivenza nei villaggi lucani di vari riti magici; non solo la fascinazione, ma anche la possessione, l'esorcismo, la fattura, che erano strettamente collegati all'insicurezza della vita quotidiana e ai suoi momenti critici.

Con De Martino senz'altro il mondo "arcaico" e "subalterno" diventa protagonista, irrompe prepotentemente nella storia e, pur essendo legato alle superstizioni e ai pregiudizi, cerca il riscatto attraverso un moto di ribellione. In questa concezione egli si differenzia dai neorealisti, accusandoli di "sollevare il polverone degli stracci, la pura e semplice messa in scena della miseria, ottenendo effetti di commozione, ma isolando la miseria in un vuoto totale di significazioni". La sua formazione filosofica crociana portò De Martino ad un'interpretazione storicistica delle manifestazioni religiose, in netta contrapposizione con le teorie positivistiche. Egli avviò una "storiografia delle società inferiori" per approfondire le conoscenze della civiltà moderna mediante il confronto con quelle tradizionali. Secondo De Martino l'umanità si attua attraverso il cammino ed il contributo dei singoli; la storia è una creazione continua, è slancio vitale e solo se il popolo diventa protagonista è possibile attuare una rivoluzione sociale. L'opera di De Martino costituisce un'innovazione originale nel campo dell'etnologia italiana ed è fonte di ispirazione per i numerosi studiosi della demologia, dell'etnomusicologia e dello studio della religiosità popolare.

Saturday, May 27, 2006

Sunday, May 21, 2006

Carmine Crocco - Brigante -

Gladiatori


Alcune fonti storiche attribuiscono a genti di stirpe osca (Sanniti, Lucani, ecc...) l'origine dei giochi gladiatori (Munus), che probabilmente si svolgevano in onore dei defunti, ed in ogni caso in forme e con significati diversi da quelli posteriori delle Roma imperiale.

Cavaliere Lucano


Museo Nazionale di Paestum